S.Natale 2023
Auguri dal Centro Studi
Remo Viazzi, Mons. Sergio Simonetti, Patrizio Odetti, Alessandro Gianmoena
Il Cristianesimo parla per simboli, cioè con le cose della vita assunte per fornire un significato simile ad esse ma diverso.
…Senza grandi problemi, il solstizio d’inverno e l’allungarsi delle giornate venne visto dalla Chiesa come simbolo del Cristo in quanto Signore della storia e il Natale di Betlemme consegnato al 25 dicembre. Oggi parrebbe che l’antica festa pagana abbia ripreso il posto del simbolo cristiano e che il simbolo cristiano sia solo una pallida ombra del ciclo solare. Ma non è così.
Il Cristianesimo ha sostituito un’altra categoria a quella della natura, a quella che Jean Danielou chiamava la rivelazione cosmica, ha introdotto il principio che l’uomo è più significante della natura e che la storia è il compimento della natura. E la ragione che sta alla base di questo cambiamento è espressa proprio nella festa della Incarnazione di Dio che è il Natale, la festa della storia. È la festa dell’initium quello che Hannah Harendt vedeva come il rinnovarsi a ogni nascita, interpretando correttamente il fatto che il simbolo cristiano si ripercuoteva su ogni uomo.
Da moderna, la Harendt non recuperava l’evento cristiano come il fondamento del concetto che l’initium di ogni vita umana fosse un segno storico. Ma così esprimeva di fatto il concetto che ogni persona umana è divenuta significante, perché il Verbo si è fatto carne nell’infante Gesù, la figura che ha dato l’initium all’inizio, al senso che la vita umana diventava portatrice di significato e quindi di storia. Come già aveva detto Benedetto Croce la storia umana è esistita con il Cristianesimo come storia universale, quindi come “più” della natura. Di qui derivava il “non possiamo non dirci cristiani”.
L’evento cristiano ha cambiato la cultura umana perché ha posto l’uomo sopra la natura: ed è proprio questo che la “religione ecologica” rimprovera al Cristianesimo, quello di aver rotto i limiti di Gaia e l’equilibrio dell’ecosistema introducendo la storia al posto della natura, l’uomo al posto della madre terra.
L’ecologismo è un rimpianto del paganesimo che era l’incorporazione dei limiti che l’uomo ha sulla terra, saldandoli a un significato, facendoli cioè l’espressione di un messaggio universale: l’uomo è la creatura del limite.
Il segno del Cristianesimo è che la storia umana ha sopravanzato la natura e che non vi sono più limiti possibili dopo che l’uomo è stato in Cristo innalzato alla dignità divina. E non di un dio pagano, ma del Dio creatore del mondo, che si era manifestato nella lunga storia di Israele rivelando la sua presenza del mondo attraverso la santificazione dell’Esilio, a cominciare da quello egiziano e da quello babilonese.
Per questo l’Occidente diviene civiltà mondiale, perché impone a tutti la sua cultura del non limite. Esso vive all’ombra dell’evento in cui, come dice Ireneo, “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio”. Il Cristianesimo è diventato una potenza storica oggettiva che agisce anche attraverso coloro che lo negano ma sono tutti avvolti dall’evento che si è prodotto.
La più grande prova di verità del Cristianesimo sta nel fatto che la condizione umana è cambiata con esso sino al punto che il maggior problema dell’Occidente è oggi l’escatologia della storia: la storia umana ha un fine e una fine? Sono problemi posti innanzi alla libertà dell’uomo. L’universalità dell’Occidente è la prova della verità cristiana.