Quarta domenica di Pasqua
At 4, 812
Sal 117
1 Gv 3, 12
Gv 10, 1118
In quel tempo, Gesù disse:
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Commento al Vangelo della Domenica di don Gianni Baget Bozzo
Amore e morte, sta qui la chiave della vita eterna
Leggiamo il Vangelo del buon pastore. Le parole sembrano semplici sino ad apparirci scontate. Gesù è un buon pastore, ama le sue pecore, che lo conoscono, come egli conosce le pecore. Sembra un canto pastorale, in cui alla figura del buon pastore, che difende le pecore dal lupo, si contrappone la figura del mercenario, che non ritiene di dover mettere in gioco vita o incolumità per un modesto salario.
La semplicità evangelica è l’introduzione al mistero, essa è una porta, non ci si può fermare sulla soglia. La parola chiave del testo è «conoscere». «Conoscere» non è nella Bibbia un termine intellettuale, è un termine erotico, indica il rapporto amoroso dell’uomo e della donna. Esprime una comunità d’amore, di vita, il divenire un solo corpo.
Quando il Vangelo dice che il pastore conosce le pecore e le pecore conoscono il pastore, viene indicata la comunanza di vita tra il Cristo e i cristiani. Il Cristo costituisce un corpo d’amore con l’umanità che salva, un rapporto d’amore ricambiato, una creazione nuova, in cui il divino e l’umano si congiungono. Dio è già indicato qui nel termine stesso di Pastore, con cui era chiamato nel Vecchio Testamento: Dio è il Pastore di Israele. Ma ora il termine divino è espresso in una nuova espressione al cui centro è il termine di conoscenza. Le pecore conoscono il pastore e il pastore le pecore «come il Padre conosce me e io conosco il Padre». Il Padre e il Figlio sono nel IV Vangelo «una cosa sola»: la conoscenza diviene la perfezione dell’amore, la mutua immanenza assoluta.
La divinità è l’unione del Padre e del Figlio nello Spirito. La conoscenza dell’eros è il simbolo più alto dell’unità delle persone divine, del loro rimanere l’una nell’altra. La conoscenza di cui parla l’evangelista circa le pecore e il pastore è l’unione divinoumana, l’elevazione dell’uomo all’unità d’amore che è Dio. Questa è la vita che non conosce morte, la «vita eterna».
Come non congiungere però il tema dell’amore e il tema della morte? Essi si sono sempre attratti nel linguaggio comune: «morir d’amore», «amare sino alla morte» … È il loro intreccio che rende pensabile l’eternità della vita oltre il venir meno del corpo quale luogo d’amore.
Il pastore dà la vita per le pecore. Il Figlio di Dio non è venuto a esprimere un amore remissivo e statico, velo della mutua indifferenza: la sua misura d’amore è il suo sangue. È perché il Figlio ama così gli uomini che il Padre lo ama. Il Figlio, generato dal Padre nell’eternità, è dall’eternità amato come il Redentore, come il Crocifisso, colui che scende in ciò che Dio non è perché Dio sia tutto in tutti.
Come si vede, la semplicità del Vangelo vela e al tempo stesso rivela il mistero divino. Chi lo ascolta con orecchie distratte non vi incontra altro che una variante delle Bucoliche o degli Idilli. Chi lo ascolta con attenzione ispirata, guidata dallo Spirito, nell’attenzione coglie il divino.
I volumi dei tre anni di commenti al Vangelo della domenica di don Gianni Baget Bozzo (“Buona Domenica. Commenti ai Vangeli domenicali”) sono acquistabili in libreria, sul sito delle Edizioni Dottrinari o sui siti delle maggiori catene di librerie.