6 gennaio 2025


Is 60, 1-6
Sal 72
Ef 3,2-3a.5-6
Mt 2, 1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Commento al Vangelo della Domenica di don Gianni Baget Bozzo

 

La salvezza estesa a tutto il mondo

Il Vangelo dell’Epifania parla dei re Magi e della stella. Su questo testo si è molto discusso per esaminarne la probabilità storica. Ma il Vangelo di Matteo ci dà pochi dettagli. Il termine «Magi» indicherebbe la Persia. L’astrologia era una scienza dei caldei. Ma infine nessuna ricerca storica può risolvere questo problema. E meno ancora che cosa sia questa stella, quale astro sia, visto che procede con loro e si ferma dinanzi «al luogo dove si trovava il bambino». Non è un fenomeno naturale, ma un evento miracoloso, la fede del popolo cristiano ha sempre ritenuto. E ritenerlo fenomeno è sostenuto anche da una ragione di principio. Se si dovesse pensare ad un astro, si dovrebbe pensare alla necessità di un destino, Gesù Cristo sarebbe il frutto delle stelle, non un evento unico che trascende la creazione. Credo dunque che la stella non sia un evento naturale, ma un segno metanaturale, un intervento di Dio nella realtà storica, in funzione della incarnazione del Figlio di Dio. In questo senso si comprende la parola «epifania», che è l’annuncio del Salvatore del mondo ai non ebrei.
Questa è l’unica delle feste delle epifanie del Signore che abbia riferimento ai pagani, che adoravano le potenze cosmiche: il cielo, la terra, i pianeti, i fulmini. Per questo si comprende perché un segno pagano, la stella, sia stata introdotta in questo contesto. Naturalmente vi può essere il ricordo del profeta pagano Baalam, che vede sorgere la stella di Israele. Ma qui non vi è alcun riferimento ad Israele: la stella è solamente un segno in cielo, non un simbolo. I Magi parlano solo del «re dei giudei». È il medesimo termine che Pilato scriverà sulla croce. Come se vi fosse un flesso tra il Messia crocifisso ed i popoli pagani.
Quel segno universale della sofferenza umana, divenuto realtà di Dio, cambiò l’universo spirituale del mondo. E alla fine del «secolo breve» (1914-1989) così drammatico per il cristianesimo, la storia stessa mostra che quel segno di libertà è incancellabile. Le potenze dell’inferno, nella forma del totalitarismo nazista e comunista, non hanno prevalso contro Gesù
Cristo.

I volumi dei tre anni di commenti al Vangelo della domenica di don Gianni Baget Bozzo (“Buona Domenica. Commenti ai Vangeli domenicali”) sono acquistabili in libreria, sul sito delle Edizioni Dottrinari o sui siti delle maggiori catene di librerie.

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