Auguri di una buona e serena Santa Pasqua dal Centro Studi Don Gianni Baget Bozzo
Alle radici della nostra memoria sta un Dio crocifisso, un uomo risorto. Sono parole che non hanno
uno spazio nella quotidianità, eppure sono in ogni momento il senso del vivere collettivo. Abbiamo in comune con gli ebrei e i musulmani il senso che Dio è una persona e non solo la cifra dell’infinito e dell’assoluto.
Ma che cosa significa per noi oggi la parola “Dio”? Noi non stimiamo più la potenza: ne abbiamo troppa. E l’immagine dell’Onnipotente non ci dice nulla: essa si incrocia subito con il dramma del dolore presente in tutte le forme di vita, tutte intrecciate con la violenza e con la morte.
Incontriamo il Signore quando incontriamo i due lati del suo esistere, la croce e la gloria, come inserite l’una sull’altra. Non siamo cristiani se non associamo i termini del mistero Pasquale.
Se Passione e Resurrezione sono i due luoghi in cui da sempre il cristiano incontra il Salvatore, oggi
il nuovo luogo è l’inferno del mondo che cerca di esprimere un modo umano di vivere senza riuscirvi. Dinanzi al Cristo, noi siamo quell’inferno che solo il Redentore può abitare.
Non sono le opere che contano, è la fede che dà loro valore, è la speranza che le anima, è l’amore che le sopporta. Per comprendere chi è il Dio crocifisso nell’uomo che è divenuto, basta ricorrere alla nostra umanità. Essa è ormai intrisa dello Spirito Santo, porta in se un frammento della tenerezza divina.
La tenerezza divina è crocifissa perché porta senza giudicarli i dolori degli uomini: e se portiamo il nostro frammento di tenerezza, in esso portiamo in noi l’immagine del Salvatore che discende
all’inferno.
La Pasqua è la festa della speranza e la speranza è l’Eucarestia di ogni vita, il punto in cui il corpo e il
sangue dell’uomo divengono il corpo e il sangue di Cristo.
(Tratto da articolo pubblicato il 15\4\90 su Repubblica)
Gianni Baget Bozzo.
Auguri di una buona e serena Santa Pasqua dal Centro Studi Don Gianni Baget Bozzo