Vangelo Matteo 5:1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Commento al Vangelo della Domenica di don Gianni Baget Bozzo
Sof 2,3; 3, 12-13
Sal 146
1 Cor 1, 26-31
Mt 5, 1-12
Cadrà come il comunismo il capitalismo senza cuore
Il testo evangelico di questa domenica è la pagina più nota del Vangelo, quella che ha avuto più risonanza, amata da Gandhi e da Tolstoj: è l’inizio del discorso sulla montagna, la proclamazione delle «beatitudini». In esso avviene il grande rovesciamento evangelico delle immagini di Dio e del divino in tutte le religioni.
Il discorso di Gesù indica la parte di Dio nella storia: non sono i ricchi e i potenti, ma nemmeno i giusti e i pii. Sono i poveri che hanno speranza, i misericordiosi, coloro che han-no fame e sete di giustizia, coloro che fanno pace attorno a loro, i perseguitati ingiustamente, coloro che sanno avere misericordia. Né il mondo del potere né quello della virtù sono la parte di Dio nella storia.
Egli dona il suo regno ai poveri che hanno speranza, sazia coloro che hanno desiderio di giustizia, consola quelli che piangono, dona misericordia ai misericordiosi, chiama suoi figli coloro che diffondono pace. La parte di Dio è dunque una folla immensa, che non ha potere, ricchezza e nemmeno opere di religione o di virtù. È l’umanità che ha soltanto il suo desiderio, la sua speranza, il suo cuore, le sue lacrime, le sue buone intenzioni. Questa folla è praticamente tutta l’umanità, perché non vi è uomo che non si possa riconoscere nel desiderio, nel cuore, nelle lacrime, nella compassione, nella speranza. Qui siamo oltre le divisioni dell’economia, della politica, della morale, della religione.
Questo volto anonimo e diffuso, il volto comune degli uomini, è la parte di Dio sulla terra, il luogo dove egli agisce. Gesù si colloca qui oltre il sacro, il potere, la legge. Si colloca oltre tutta la religione di Israele. Solo Dio può cambiare così umanamente il volto di pietra che secoli di religione, di legge e di potere hanno impresso sul viso del Padre che sta nei cieli.
Egli è oltre le categorie alte degli uomini, ma è disceso in quelle più umili e più basse. Senza questa pagina, il Vangelo non sarebbe comprensibile o non sarebbe più il Vangelo.
Questo è l’inizio e il compimento del Vangelo. Se la storia umana divenisse quello che le «beatitudini» dicono, le differenze morali, religiose, sociali, politiche, economiche sarebbero consumate. La storia finirebbe. Ma Gesù non vuole imporre la misericordia con la forza: non vuole sradicare con la violenza il sacro, la legge, il potere. Nemmeno vuole condannarli.
Questo Vangelo è usato violentemente dai non violenti, i quali lo usano per fare quello che Gesù rifiuta di fare, proprio in questo testo: giudicare e condannare.
Le «beatitudini» sono il mistero divino rivelato nel volto dell’umanità comune: non possono diventare un giudizio storico. Esse dicono solo dove è il luogo in cui Dio sta: sta nella storia là dove è la gente che non fa storia. Ma dicono anche che, a partire da coloro che non contano, Dio rovescia quelli che contano. Ciò che è debole di Dio, dice l’apostolo Paolo, è più forte di quel che è forte degli uomini.
Abbiam visto cadere il comunismo senza cuore, vedremo cadere anche questo capitalismo senza cuore che sembra averne preso il posto. Non per la forza della rivoluzione. In-fine il comunismo è caduto perché era caduto nella coscienza della gente comune. Accadrà così anche con questa bella e grande macchina sociale che è il mercato. Anch’esso passerà sotto il peso della speranza dei poveri della terra per cedere il posto a qualcosa di più umano. Che è poi il regno di Dio.
Il cristiano spera che la storia divenga il sermone delle beatitudini, spera non nel regno dei giusti, ma in quello dei misericordiosi, che sono il volto di Dio.
I volumi dei tre anni di commenti al Vangelo della domenica di don Gianni Baget Bozzo (“Buona Domenica. Commenti ai Vangeli domenicali”) sono acquistabili in libreria, sul sito delle Edizioni Dottrinari o sui siti delle maggiori catene di librerie.